LUPO D’ORO A CHRISTIAN MARAZZITI E ROMEO CONTE. SUL PALCO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI ANCHE L’UNIONE ITALIANA CIECHI.
Cala il sipario sulla seconda edizione di ReFF, React Short Film Festival, il Festival dedicato ai cortometraggi, di scena al Cinema Teatro Comunale di Catanzaro.
Nella serata conclusiva, particolarmente improntata al tema sociale del Festival -quest’anno, lo ricordiamo, dedicato alla lotta contro le discriminazioni nei confronti dei diversamente abili- è stato proclamato il vincitore della sezione “Corti narrativi” e sono stati assegnati, a corollario, altri importanti premi.
A conquistare il podio tra i 21 finalisti è stato “Pedigree. Cani di razza”, di Riccardo Antonaroli e Matteo Nicoletta. Doppietta di premi per “Virgo – I piedi freddi delle donne”, che si è aggiudicato il titolo di miglior attore per Roberto Herlitzka e miglior regia per Massimo Ivan Falsetta.
I lupi d’oro, invece, sono stati tre, assegnati rispettivamente a Romeo Conte, Luciana Loprete ed al presidente di giuria a cui questa edizione del Festival è stata dedicata, Christian Marazziti.
Romeo Conte, regista di “Fueco e Cirasi”, corto proiettato in apertura di serata, ha ricevuto il Lupo d’Oro alla carriera dalle mani della collega giurata Sondra Sottile, per una intensa interpretazione della “sua” Puglia.
Luciana Loprete, direttore del coro “Voci di Luce” della sezione di Catanzaro dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, che si è esibito sul palco del Comunale nel cuore della serata, ha invece ricevuto il Lupo d’Oro “per il grande impegno sociale e per la grande lezione di vita che ogni giorno insegna alla società civile con impegno e determinazione, ma soprattutto per il suo contagioso sorriso ricco di amore per la vita”. A consegnarglielo, in un momento di grande emozione e commozione, il presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Vittorio Politano.
Sul finale, la serata si è fatta molto intensa. Grande commozione sul palco per Christian Marazziti, che ha dedicato il suo “Lupo d’Oro” al padre, presente anch’egli in sala, dopo un toccante discorso sul valore della famiglia e sull’importanza della perseveranza per i giovani che vogliono intraprendere la difficile strada del cinema, invitandoli a non mollare “perché i veri vincenti si vedono dalla stoffa che hanno quando reagiscono”.
Dulcis in fundo, l’attesissimo discorso di chiusura del direttore artistico di ReFF, Giovanni Carpanzano, quest’anno impegnato in regia ed intervenuto sul palco solo per il gran finale, con un lungo elenco di ringraziamenti alla famiglia anzitutto, allo staff del Festival, ai partners istituzionali e privati ed al pubblico in sala.
“Il ReFF esiste per premiare il merito e i valori, la professionalità e la competenza – ha detto Carpanzano – Non mi piegherò mai alla logica dei tronisti, degli opinionisti, degli arrivisti o degli opportunisti. La logica di questo festival è scardinare gli schemi del gioco cinematografico e dare a nuovi registi, nuove possibilità. Perché di gente brava ne è piene il mondo ma di geni se ne trovano davvero pochi e vanno scovati in giro per il mondo, come faceva Franco Quadri, a caccia dei premi UBU nei più piccoli festival e rassegne di provincia”. “Non abbiamo paura di sedie vuote ma di menti vuote”, ha concluso.